martedì 27 gennaio 2015

GIORNATA DELLA MEMORIA
27 GENNAIO 1945-27 GENNAIO 2015

Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo,
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi:
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi

giovedì 22 gennaio 2015

Nella nostra bacheca di via Roma:

La risposta del mondo islamico alle attività e alla propaganda dello Stato Islamico (IS) risente fortemente dell’eterogeneità di quel mondo, spesso erroneamente – quando non colpevolmente – trascurata dai media, specie occidentali. 
Descrivendo l’islam come un monolite costituito al più da microscopici elementi che si muovono e agiscono all’unisono avendo le medesime le medesime vedute e gli stessi obiettivi, è facile concludere che l’universo islamico taccia nei riguardi dell’IS. La realtà è molto diversa. 
Dal lato istituzionale, le reazioni sono di univoca censura. Il variegato panorama degli organi nazionali e sovranazionali, la cui cifra è l’identità islamica, vede nell’IS una minaccia ai suoi interessi e alla sua autorevolezza. [...]  La risposta delle popolazioni è solo sporadicamente positiva e, in questi casi, si basa su elementi che nulla hanno a che vedere con la dottrina del gruppo. In larga maggioranza, tuttavia, i siriani che vivono a contatto con i fautori del califfato vedono nell’IS un’entità tirannica e repressiva, oltre che “non islamica”.
[L. Declich, "Limes", 9/2014]

Fare dell'islam intero un movimento terroristico è cosa del tutto sbagliata: distinguere costa certo fatica, ma è senz'altro un'operazione intellettualmente più onesta. Tanto più che la maggior parte del mondo musulmano condanna l'IS e i suoi fautori...

venerdì 16 gennaio 2015

Chi e perché ha ucciso Aldo Moro.
Il racconto della vicenda del Presidente DC rapito e ucciso dalle Brigate Rosse
 attraverso la lettura dei documenti di Stato

Sabato 7 febbraio 2015 alle ore 17,30
presso la Sala Maddalena in via Santa Maddalena a Monza.

Introducono:
Pietro Virtuani
Giuseppe Giovenzana
Roberto Rampi

Relatore:
On. Gero Grassi

giovedì 15 gennaio 2015

[Condividiamo il pensiero del nostro Segretario Provinciale Pietro Virtuani a proposito delle dimissioni di ieri del Capo dello Stato:]

Grazie Presidente.
A inizio 2007 mi ero appena iscritto al Partito e mi ricordo di un dibattito al quale ero andato, nel quale avremmo dovuto discutere del nascente Partito Democratico; ma le incerte vicende dell'allora governo Prodi avevano preso il sopravvento... Mi ricordo che qualcuno dei presenti aveva affermato "meno male che lo abbiamo eletto, lunga vita a Napolitano". Quanto è stato profetico.
In questi nove anni ben altre crisi abbiamo dovuto affrontare e superare,dallo scioglimento anticipato della XV legislatura alla crisi finanziaria che ha portato il nostro Stato sull'orlo del default, fino all'esito difficile delle elezioni del 2013; più in generale, a una crisi/stagnazione economica si è saldata una sempre maggiore difficoltà della democrazia di gestire il conflitto e trovare soluzioni ai problemi. Questioni così grandi, unite a contingenze difficili, possono alla fine condurre a esiti molto diversi dalla situazione con cui facciamo normalmente i conti. Così non è stato, e molto del merito va a Napolitano, per la via che ha saputo indicare mano a mano che i passaggi diventavano sempre più stretti e complicati da affrontare.
Sono stati anni di scelte difficili; di assunzioni di grandi responsabilità, anche mai sperimentate prima, a cominciare dalla disponibilità a un secondo mandato di fronte all'incertezza diffusa che regnava in quei giorni. La Storia, una volta superata la passione della contingenza che la cronaca deve raccontare, cercherà una chiave di lettura equilibrata sulla nostra epoca e sui suo protagonisti; è comunque parziale la Storia (che guarda da lontano), figuriamoci noi che ne siamo coinvolti e vediamo da dentro, tutti i giorni. Ma oggi noi, la classe politica diffusa - più giovane - che si sta affacciando alla guida nei più disparati contesti, dobbiamo fare tesoro della lezione di chi ci ha preceduto, cercando di cogliere errori e genialità, limiti e spunti, per non disperdere risultati e sforzi. Soprattutto per risolvere la crisi che da anni ci portiamo dentro.
Insomma "fare qualcosa", cambiare.
Pietro Virtuani

lunedì 12 gennaio 2015

Ultimissime: il prossimo 25 febbraio, in Sala Longoni, alle 21, ospitiamo la tavola rotonda Work in progress. Alla ricerca del lavoro perduto... Seguono dettagli... a presto!